Viene giù che Dio la manda (nota per atei e agnostici, è in corso una violenta precipitazione a carattere temporalesco), benché mi sia alzato molto presto, complici anche due gatti perennemente affamati, stamattina niente uscita. Non che la pioggia mi dia particolarmente fastidio, sia chiaro. Dopo i primi dieci minuti, una volta che ti sei inzuppato per bene il completo invernale, non ci fai più caso, al massimo ti preoccupi di pulire gli occhiali ogni tanto. Ma ho anche un’età, oramai, mi prendo il raffreddore, magari anche la tosse, ecc. E poi bisogna pulire il velocipede. E quelli che fanno al giorno d’oggi sono pieni, con la scusa dell’aerodinamicità, di pieghe strane, di fori piazzati a casaccio. E rotelline in titanio sempre pronte a infangarsi, maledette, che finché non vengono riportate al nitore originario, producono quei “suoni di interferenza” tanto cari al manuale Shimano (nota per i poco esperti, grattano).
Va da sé, quindi, che che mi devo trovare qualche altra occupazione mattutina, tenendo conto che sono solo le sette e mezza e che il pranzo domenicale, salvo imprevisti, verrà celebrato non prima delle tredici e trenta. Nei dì di festa ci piace esagerare, talvolta ci concediamo pure il secondo e contorno. In effetti ho ancora sul comodino diversi libri in attesa, quelli che ti consigliano amici e parenti: “Guarda, devi assolutamente leggerlo, a me è piaciuto tantissimo”. Ma, al solito, tu sei sempre occupato con un altro titolo. Appena iniziato, giusto la prefazione. E allora lo metti in lista. Due, tre, cinque, dieci. Finché il comodino dell’Ikea non cede per il peso o ti scade il prestito della Biblioteca Comunale. E non lo puoi rinnovare, ci sono già mille prenotazioni. Rimandi quindi la lettura al prossimo mese, così hai anche il tempo di passare all’Ikea per un comodino nuovo. Anzi, due. Che non trovi mai il modello della volta scorsa e scompagnati, stanno male. Ma di leggere, stamattina, non ho proprio voglia. Ed è meglio conservare qualche volume per quando in casa aleggia lo spettro di un possibile giro di shopping in Corso Buenos Aires: “Non posso, devo assolutamente finire questo libro. Anzi, lo consiglio anche a te, è stupendo”
Mettere in ordine i CD sparsi per tutta la casa è fuori discussione. Sono troppi e soprattutto decisamente datati. C’è davvero il rischio che, colto/colti dalla ciclica nevrosi del “ma davvero ascolto/ ascolti ancora roba del genere?”, vengano avviati alla locale discarica album che rimpiangerò, ne sono certo, la settimana prossima. In effetti tutte le volte che passo alla piattaforma ecologica, trovo gente che guarda con nostalgia i cassoni dell’indifferenziato. Là dentro, mercoledì scorso, è finito un pezzo della loro vita. Resta solo il rimpianto (e pensieri omicidi nei confronti di mogli, fidanzate, conviventi)
E’ anche troppo presto per un giro sui vari social di riferimento. A quest’ora, postare messaggi irriverenti, se non propriamente denigratori su pagine e siti di politici e di gente più o meno famosa, è scarsamente gratificante. Manca la visibilità, politici e gente più o meno famosa, stanno ancora smaltendo la sbornia di ieri sera. Non c’è gusto, non c’è riconoscimento. L’anno scorso, pioveva anche quella domenica lì, ho scritto sulla pagina FB di Salvini che dopo accurate ricerche genealogiche, avevo le prove delle sue ascendenze albanesi (Salvini, si fa per scherzare, suvvia!). Non mi ha nemmeno risposto.
Della cucina abbiamo già detto. Visto l’orario della refezione domenicale, dovrei mettere in cantiere qualche piatto complicato e/o laborioso. Roba da far sobbollire per ore o necessaria di almeno quaranta ingredienti differenti. Di cui almeno la metà da triturare finemente a mano con i coltelli che ti regalano con i punti dell’Esselunga. E poi, qui sta veramente il problema, manca l’indispensabile bottiglia di Teroldego da sorseggiare mentre mi aggiro tra i fornelli. Con addosso un grembiule blu, con ricamata a lettere gialle la scritta “SudTirol”.
Fra poco, comunque, si alzerà il resto della famiglia. E superato l’iniziale shock da risveglio, bevuto il caffè, sono sicuro che troveranno loro qualcosa da fare, per me. Qualcosa che avrà a che fare con scale o attrezzi da idraulico, ne ho il presentimento. Mani unte di grasso, bastoni da tende sulla testa, viti da rincorrere ovunque. Comincio a preparare tuta, casco e scarpette. Cosa vuoi che sia, per due gocce d’acqua…