Buon Natale, signor Ministro

Egregio Ministro dell’Interno

Le scrive un cittadino, un laico, come ce ne sono tanti in questo paese. Nella casa dove abito, con la mia famiglia, non ci sono crocefissi, immagini sacre. A messa ci andiamo poco, solo in qualche ricorrenza, qualche volta lieta, qualche volta meno.

Ma vede, signor Ministro, nella nostra casa, tutti gli anni, non ne abbiamo mancato mai uno, di questo periodo, facciamo anche noi quel presepe di cui lei parla tanto. Perchè di una cosa, siamo convinti. Che quel bambino in una mangiatoia, dentro una grotta, non è solo l’immagine della Famiglia. Ma di tutte le famiglie, anche della mia e della sua, signor Ministro. Il simbolo di tutte le famiglie, che nonostante le difficoltà vogliono continuare a vivere, far nascere e crescere dei figli. E non solo, signor Ministro. E’ anche il simbolo della solidarietà, dell’aiuto reciproco, della condivisione. Maria, Giuseppe e Gesù, sono degli stranieri in Galilea. Stranieri che non trovano posto, che non sanno dove andare. Poveri, senza un tetto, senza cibo, senza nemmeno una culla dove adagiare il figlio che sta per nascere. E saranno proprio i poveri come loro ad aiutarli: pastori, contadini. Quel che succede dentro il presepio è un miracolo, un miracolo che fa nascere anche una speranza. Quello che accade questa notte, non accada mai più. Per nessuna famiglia, per nessun bambino.

Ma lei, signor Ministro, con il suo decreto che mette in mezzo a una strada perfino una donna in attesa un figlio, vanifica tutto. Ha cancellato quella speranza, ha reso inutile quel miracolo. Lei, signor Ministro, quello che rappresentiamo ogni anno in quasi tutte le case, è riuscito a renderlo ancora reale, duemila e più anni dopo. Signor Ministro, quell’uomo e quella donna incinta che non hanno da ieri un posto dove andare, non sono le comparse di una recita scolastica. Sono persone vere, come lei e come me. Se lo ricordi, se può, se ci riesce.

Signor Ministro, io e la mia famiglia abbiamo deciso che quest’anno il presepe, nella nostra casa, non ci sarà. Perchè ci sembra ipocrita, mentre succede quello che il suo decreto ha stabilito, mettere insieme qualche statuina sul davanzale della finestra. Perchè, il presepe, più di questo non è, se non ci rammentiamo, se non viviamo il suo significato. E a questa mera esibizione di statuine, signor Ministro, l’ha ridotto lei. Se lo ricordi, se può, se ci riesce

Però, signor Ministro, di una cosa la devo ringraziare. Perchè in una cosa, è riuscito. A far pensare, anche a un ateo come me, che se quel Dio che ha fatto dire a suo figlio “Ogni volta che farete queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” (Mt 25,40), esiste davvero, prima o poi, di quello che ha fatto lei, gliene chiederà ragione.

Buon Natale, signor Ministro.